In questa pagina annoto quelle che sono le tecniche artistiche che preferisco usare, ma naturalmente non sono le uniche che sperimento e che esistano, infatti solo sfogliando un libro di storia dell’arte si possono notare l’affresco, la tempera all’uovo, l’olio, l’acquaforte, il guazzo… fino ad arrivare alle modernissime stampe serigrafiche, alle aerografie, ai murales…

Colori a olio

E’ la tecnica più versatile, la più usata e personalmente la più amata.

Tradizionalmente la sua “invenzione” viene attribuita al pittore fiammingo Jan van Eyck, nel 1400. In realtà i colori a olio sono già menzionati da Plinio il Vecchio, dal Galeno e anche da Vitruvio Pollione. Ai fiamminghi però va sicuramente il merito di aver perfezionato la tecnica e di averla diffusa.

La bellezza di questo tipo di pittura sta soprattutto nella sua versatilità: permette di dipingere con grande precisione, con una particolare accuratezza verso i dettagli, ma può essere anche usata in maniera molto più libera ed estrosa. Si possono stendere delicate velature o pastose pennellate. Insomma, si adatta tranquillamente alla personalità di ogni artista.

I colori a olio non sono altro che pigmenti in polvere mescolati con oli vegetali (semi di lino, semi di papavero o di noce), rinchiusi poi in barattoli o in moderni tubetti.

Anticamente erano i Maestri a preparare i vari colori da usare (e ancora oggi ci sono alcuni artisti che prediligono questa tecnica), ma generalmente, ogni pittore si affida alla maestria di noti produttori per l’acquisto dei colori da utilizzare.

Acquerelli

È una tecnica fresca, veloce, luminosa che sfrutta pochissimi strumenti: carta, colori, qualche pennello e l’acqua, naturalmente. Il colore può essere sovrapposto a quello sottostante sia quando quest’ultimo è ancora umido e sia quando è asciutto. Il segno della matita può essere completamente coperto o parzialmente visibile.

Grazie alla particolare trasparenza dei colori, caratteristica principale di questa tecnica, si possono ottenere dipinti molto dinamici, attraversati da particolari sfumature cromatiche che rendono l’acquerello un medium non facilissimo da usare.

I colori sono stesi dal chiaro allo scuro, gradualmente. Inoltre è da tenere presente che anche se asciutto, il colore si scioglie nuovamente a contatto con l’acqua. Le tonalità che le case produttrici mettono a disposizione sono tante, ma diversi artisti preferiscono sfruttare una tavolozza poverissima di colori, perché tutti gli altri sono ottenuti dalla sovrapposizione degli stessi.

Acrilici

È una tecnica molto giovane, se consideriamo che è nata agli inizi del Novecento, quando un farmacista e chimico tedesco, Otto Röhm, iniziò a sperimentare nuove possibilità di coloritura delle pelli. Ma furono alcuni pittori rivoluzionari messicani, intorno agli anni Venti, che provarono nuove tecniche pittoriche con vernici acriliche, partendo appunto dall’idea di Röhm. 

L’uso di dipingere con queste vernici si diffuse fuori dal Messico grazie al famoso muralista David Alfaro Siqueiros. L’acrilico divenne così il nuovo medium degli artisti novecenteschi per la sua enorme duttilità: utilizzo dei colori su qualsiasi superficie, anche non trattata; asciugatura rapida; particolare brillantezza dei colori; stabilità cromatiche in qualsiasi condizione climatica; resistenza agli agenti atmosferici; resistenza all’inquinamento; mancato ingiallimento del colore nel tempo; impermeabilità dopo l’asciugatura; ecc.

Inoltre la tecnica si prestava benissimo alle nuove tendenze artistiche novecentesche: il colore poteva essere usato direttamente dal barattolo alla tela (Pollock); si potevano creare immagini piatte dai contorni precisi (Andy Warhol); ma soprattutto si prestava benissimo per la realizzazione di grandi murales (già iniziati appunto dai pittori messicani).

Se si esclude la “pittura materica” o altre tecniche particolari, l’acrilico non ha bisogno di medium per la sua stesura: basta solo l’acqua. Il risultato può essere simile alla pittura a olio o a tempere, se il colore viene diluito solo un poco. Al contrario, una maggiore diluizione dà vita a un risultato visivamente simile a quello dell’acquerello.

Matite

Sicuramente il disegno è lo strumento più antico e conosciuto di comunicazione che l’uomo abbia mai avuto a disposizione. Le tecniche per la sua realizzazione sono veramente tante e si avvalgono di diversi strumenti, quali le matite, il carboncino, la pietra nera, la sanguigna, i pastelli, i gessetti, la seppia, ecc.

Matite grafite

Le matite grafite e le matite colorate sono indubbiamente i primissimi strumenti che ognuno di noi ha usato sin da piccolo. Forse, proprio per questo motivo, non si pensa che possano essere mezzi di grande pregio, con i quali realizzare semplici abbozzi, magari creati di getto con pochi tratti, o creare disegni più impegnativi, magari come quelli dei contemporanei e bravissimi artisti iperrealisti.

Le matite grafite sono classificate in base alla loro durezza: quelle morbide partono dalla EE, che ci permette di ottenere un tratto di nero molto intenso, fino ad arrivare alla media HB; quelle dure partono dalla F sino ad arrivare alla 9H. Sono, in linea di massima, composte da polvere di grafite e argilla: una maggiore quantità di argilla rende la mina più dura.

Rimanendo sulla linea del tratto nero della grafite, c’è il carboncino, un materiale molto delicato, che si prepara dalla carbonizzazione di pezzi di legno. Quando è misto ad antracite e colla di farina, poi modellato in delle forme, si ottiene il carboncino compresso.

Matite colorate

Le diffusissime matite colorate sono lo strumento più conosciuto, insieme alle matite grafite. Sono pratiche e maneggevoli. Sono formate da una mina dura, inglobata in un pezzo di legno. Il pigmento è tenuto insieme da una miscela di olii, cere, resine e altro ancora che cambiano a seconda delle case produttrici.

Le varie tonalità sono miscelabili tra loro, ma è importate provare a parte l’ordine di sovrapposizione del colore per verificare a priori il risultato finale. È da considerare che i colori chiari non coprono quelli scuri, quindi le parti chiare o bianche devono essere stabilite all’inizio del lavoro.

Trattandosi di una mina abbastanza dura e non polverosa, non è necessario un fissativo.

Matite pastello

Diverse sono le matite pastello (anche se apparentemente molto simili). La principale differenza sta proprio nel tipo di mina all’interno del pezzo di legno, la quale ha una composizione molto simile ai classici “pastelli”. La mina della matita è abbastanza dura per essere temperata, ma contemporaneamente permette una generosa stesura del colore, che può essere anche sfumato.

Nella composizione della mina, i leganti sono in percentuale inferiore rispetto al pigmento; questo fa sì che il colore steso sia puro, polveroso, altamente coprente e opaco. Per questo motivo si può tranquillamente disegnare dal chiaro allo scuro e viceversa.

Naturalmente queste matite richiedono delle carte particolari, adatte a trattenere i pigmenti rilasciati durante il loro uso. I lavori ottenuti con le matite pastello sono molto delicati e necessitano o di un fissaggio del colore o di una incorniciatura con vetro.